La formazione geologica della Valcamonica
L’orogenesi alpina avvenne circa 60 milioni di anni fa, epoca che in Valcamonica coincide con l’emersione del cosiddetto “Pluto dell’Adamello”, cioè del gruppo di montagne che dal Passo del Tonale si estende sino all’area di Bazena, sul versante orografico sinistro. Le rocce interessate erano però preesistenti: gli scisti austroalpini metamorfosati a nord risalgono al Paleozoico, mentre le arenarie rosse e verdastre dell’area meridionale risalgono a circa 600 milioni di anni fa (Paleozoico cambriano). Le formazioni di calcari e calcari dolomitici della Media Valle si fanno risalire al Triassico, una fase del Mesozoico che va dai 250 ai 190 milioni di anni fa.
Il solco vallivo è stato plasmato durante l’ultimo periodo glaciale, la glaciazione di Würm (15-10.000 anni fa), quando il ghiacciaio dell’Adamello, prima esteso sino alla Pianura Padana, ritirandosi modellò e levigò le rocce madri che incontrava sulla propria strada. Tutto il materiale trasportato dal ghiacciaio finì per costituire le colline moreniche della Franciacorta. La potenza del ghiacciaio, che nell’area tra le attuali Pisogne e Lovere era alto circa 1.500 metri, in fase di avanzamento scavò la fossa che successivamente raccolse una quantità enorme di acqua, tale da divenire l’attuale Lago d’Iseo.
Le arenarie, in particolare, subirono il peso maggiore del passaggio della lingua glaciale, divenendo smussate e piatte come si presentano ancora oggi. Su quelle pietre i primi cacciatori mesolitici incisero le loro figure, tradizione mantenuta da tutte le genti che hanno popolato la Valle nei millenni successivi.
Le rocce
Le rocce magmatiche si dividono in effusive, quando si solidificano all’esterno della crosta terrestre (come le lave vulcaniche), e intrusive, quando la solidificazione del magma avviene sotto la superficie terrestre con lento raffreddamento. Queste ultime, che si presentano compatte e con una forte presenza di cristalli, sono molto diffuse in Valcamonica: sono concentrate soprattutto attorno al gruppo dell’Adamello, ma si estendono sino alla parte meridionale del Parco Regionale dell’Adamello. Tra le rocce intrusive tipiche dell’area camuna si possono distinguere il granito, la tonalite (che prende il nome dal Passo Tonale), il gabbro (molto scuro) e la diorite (molto chiara).
Le rocce sedimentarie sono invece riconducibili allo smantellamento ed all’erosione delle formazioni orogenetiche precedenti, in particolare a causa degli agenti atmosferici. C’è poi da tenere in considerazione l’azione di rotolamento, dovuta alla forza gravitazionale verso il basso, all’azione meteorica e al trasporto dei fiumi sino alle profondità del mare. Se i depositi presentano piccoli frammenti si definiscono rocce clastiche; tra di esse si trovano le arenarie ed i conglomerati, formatisi prevalentemente a livello continentale e soprattutto dovuti a depositi alluvionali, sino alle rive dei mari. In Valcamonica si trovano sia sul versante destro che sinistro: a Sellero ed a Capo di Ponte, a Esine ed al Monticolo di Boario. Le rocce sedimentarie marine, come il calcare, costituiscono il gruppo della Concarena e la cuspide del Pizzo Badile; presentano spesso resti fossili.
Le rocce metamorfiche sono quelle rocce sottoposte ad alte temperature (azione chimica) e forti pressioni (azione fisica), dovute principalmente alle formazioni orogenetiche (sollevamento delle montagne). C’è pertanto in questo caso un cambiamento nella composizione mineralogica, che interessa sia i graniti (magmatiche intrusive) sia le arenarie ed i calcari (sedimentarie). Le metamorfiche si trovano quindi ai bordi delle emersioni di grandi gruppi intrusivi; tra queste si annoverano gli scisti, gli gneiss ed i marmi. Alcuni esempi di rocce metamorfiche della geologia camuna sono i micascisti nella Valle delle Messi, i marmi a Cané e Vezza e gli scisti a Edolo.