I boschi costituiscono un elemento di grande caratterizzazione territoriale della Riserva, occupandone quasi il 90% del territorio. Si tratta per lo più di boschi misti di latifoglie in sovrapposizione con gli ambiti propri dell’agricoltura di montagna (prati, pascoli, terrazzamenti agricoli). Accanto ai boschi condizionati dall’azione dell’uomo (in particolare i castagneti da frutto) si possono osservare aree il cui livello di naturalità è più elevato: in particolare, i boschi di carpino nero, orniello, querce, betulla, pioppo tremulo e pino silvestre. La convivenza della cultura forestale con quella agricola, insieme alla necessità primaria di tutela del patrimonio archeologico, caratterizzano il fragile equilibrio della Riserva, determinando un complesso sistema di paesaggio di grande interesse storico-culturale.
Sono stati inoltre identificati e georeferenziati 44 “custodi”, cioè alberi eletti a monumento naturale. Si tratta per lo più di castagni da frutto, a cui si aggiunge il grande pino silvestre che dà il nome all’area archeologica del Capitello dei due Pini, inserito negli elenchi previsti dal Decreto Legislativo 42/2004 (Codice dei Beni Naturali e Ambientali).
Castagneto di Deria (Sottolaiolo)
Persistenze vegetazionali: 10 castagni di alto valore paesaggistico in attività
Contingenze negative: Stress generalizzato di carattere idrico (suolo superficiale se non rupicolo; deflussi localizzati a causa della strada provinciale); problemi fitopatologici (Cryphonectria parasitica)
Castagneto di Deria (Castello – In Vall)
Persistenze vegetazionali: 28 castagni di alto valore paesaggistico in attività
Contingenze negative: Problemi fitopatologici (Cryphonectria parasitica)
Betulleto di Vite (Al De Plaha, Al del Fous, Bial do le scale)
Persistenze vegetazionali: 2 esemplari di grandi Betula pendula
Contingenze negative: Problemi fitopatologici (Cryphonectria parasitica)
Castagni di Deria (prato di fronte ai cascinali)
Persistenze vegetazionali: 2 esemplari di grandi castagni di valore paesaggistico in attività
Castagneto di Deria
Lungo la strada che da Capo di Ponte porta direttamente a Paspardo si attraversano i bellissimi castagneti da frutto della zona della Deria (Paspardo) e di Sparsola (Cedegolo). La grande varietà di tipologie colturali della zona mette in evidenza i risultati dell’azione antropica sulla coltivazione del castagneto da frutto, che a tratti si presenta anche in manifeste condizioni di abbandono. Più di trent’anni fa in quest’area sono state realizzate le prime potature e i primi inoculi contro il cancro corticale; in questo contesto sono sorti infatti il Consorzio della Castagna di Paspardo e anche un paio di efficienti strutture agrituristiche che operano in collaborazione con il Parco e con la Riserva delle Incisioni Rupestri.
Persistenze vegetazionali: Numerosi esemplari di grandi castagni di valore paesaggistico in attività
Contingenze negative: Problemi fitopatologici (Cryphonectria parasitica)
Castagneto di Foppe-Campanine-Figna-Cuel
In corrispondenza di questa località si hanno vasti castagneti da frutto, ancor oggi ben curati anche se bisognosi di interventi colturali, sia sul cancro corticale (molto diffuso) che sulla vegetazione accessoria, la quale tende spontaneamente ad invadere il soprassuolo. In questa zona sono presenti numerose e interessanti testimonianze storiche legate al paesaggio rurale, ossia cascine, antiche mulattiere, manufatti in pietra, fontane e cappelle votive.
Persistenze vegetazionali: Numerosi esemplari di grandi castagni di valore paesaggistico in attività
Contingenze negative: Problemi fitopatologici (Cryphonectria parasitica)